Accogliere… presentare

3 Gennaio

In questi giorni la Liturgia con la lettura dei primi tratti e dei primi passi del Signore Gesù presentati dal quarto vangelo ci fa accogliere <l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!> (Gv 1, 29). Sotto la figura dell’agnello, l’evangelista ci fa subito percepire quelli che sono i tratti inconfondibili e fondamentali del Signore Gesù: egli viene <verso> di noi senza avere paura e senza fare paura. Sono questi i tratti e i modi che permettono al Battista di testimoniare con pacato e ardente entusiasmo che questi è <il Figlio di Dio> (1, 34). L’identità di Gesù e la sua relazione unica con il Padre dei cieli non è la rivelazione di una differenza escludente. Al contrario, essa genera e dona a noi di prendere coscienza di <quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!> (1Gv 3, 1). Questa coscienza crea e continuamente ricrea tra noi e Gesù un legame profondissimo che dà alla nostra vita tutto il suo valore e la sua bellezza che ci permette di dare il meglio di noi stessi e di assumere gli stessi tratti di Gesù.

Questo significa imparare e ogni giorno re-imparare ad amare secondo l’inconfondibile stile del Signore Gesù per farci incontro ai nostri fratelli e sorelle in umanità con grande mansuetudine e con una dolcezza capace di distruggere ogni timore e ogni ritrosia. Come spiega con il suo acume spirituale Giovanni Cristostomo: <”Ecco l’Agnello di Dio” disse Giovanni, non parla Gesù Cristo; è Giovanni Battista a dire tutto. Lo Sposo è solito agire in questo modo; non dice ancora nulla alla Sposa, ma sta alla sua presenza in silenzio. Altri lo annunziano e gli presentano la Sposa. Quando lei compare, lo Sposo non la prende, bensì la riceve dalle mani di un altro. Ma dopo averla ricevuta, si lega tanto strettamente a lei, che lei non ricorda più coloro che ha dovuto lasciare per seguirlo>1.

Con queste note il Patriarca di Costantinopoli ci fa percepire tutta la tenerezza e la discrezione con cui il Verbo di Dio si fa incontro alla nostra umanità permettendoci di ritornare alla nostra origine e originalità divina. Proprio come il pastore in cerca della pecorella smarrita, Gesù si spinge ad incontrare Giovanni sino a <Betania al di là del Giordano>, fuori dunque dalla terra promessa: <Il desiderio amoroso di Gesù prende ancor più slancio laddove maggiore è la lontananza dall’uomo. La maggior distanza che l’uomo interpone all’incontro consente anzi di scorgere ancor più vividamente l’intensità del desiderio che muove Gesù verso il prossimo>2. L’intensità così discreta dell’amore e del desiderio di Cristo Signore non può che interpellare fino a risuscitare dalle profondità del nostro cuore il nostro desiderio e la nostra decisione di riconoscere in lui il <Figlio di Dio> (Gv 1, 34), l’archetipo e il modello del nostre essere chiamati a diventare ciò già siamo: figli di Dio! Così tutta la vita non sarebbe altro che una lenta preparazione al giorno in cui sarà l’Agnello di Dio a presentare ciascuno di noi al Padre come suoi fratelli, come suoi figli.


1. GIOVANNI CRISOSTOMO, Commento sul vangelo di Giovanni, 18.

2. A. FUMAGALLI, Come lui ha amato. L’eros di Gesù, San Paolo 2010, p. 20.

Accogliere… l’altro

2 Gennaio

L’umiltà di Giovanni, che rifulge in tutto il suo splendore nel Vangelo, è per noi una sorta di mappa dei sentimenti interiori con cui vivere questo tempo di preparazione alla solennità dell’Epifania. Ai Giudei che vengono espressamente da Gerusalemme, non necessariamente con intenzioni malevoli e forse nella segreta speranza di dare finalmente un volto e una voce alla loro attesa messianica, il Battista risponde con grande e ardita semplicità: <Io non sono il Cristo> (Gv 1, 20). L’umiltà di Giovanni è indice di verità come passione per l’altro, senza la quale nessuna identità – che sia autentica – è possibile. Due figure si contrappongono nella lettura che la Liturgia ci offre quest’oggi e mentre riprendiamo la quasi-ferialità della vita ordinaria di un nuovo anno che ci viene donato di vivere: da una parte <l’anticristo> che <nega il Padre e il Figlio> (1Gv 2, 22), e il Battista il quale, obbedendo ad una logica completamente diversa, nega se stesso in modo chiaro, solenne e, soprattutto, pieno di passione per l’altro di cui vuole essere solo <voce> (Gv 1, 23).

Giovanni Battista, che ci ha accompagnato nella nostra marcia di avvicinamento al mistero del Natale durante l’Avvento, si fa ancora una volta maestro e modello dell’accoglienza del Verbo fatto carne. Come discepoli dell’unico Maestro, che è l’unico Cristo e Signore rivelatosi nell’uomo Gesù di Nazaret, siamo chiamati ad agire con lo stesso suo cuore illuminato da una limpida consapevolezza che fa della relazione all’altro il centro prezioso e irrinunciabile della vita: <In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete> (1, 26). Proprio questa ignoranza di Cristo così discretamente presente da risultare apparentemente assente e financo inesistente può rendere la nostra vita così priva di senso o, talora, così supponente da rendere il nostro cuore bugiardo.

Siamo noi l’anticristo ogni volta che facciamo troppo caso a noi stessi e riserviamo un’attenzione inadeguata a <coloro che cercano di ingannarvi> (1Gv 2, 26). Ogni mattina siamo chiamati a ritrovare, invece, quell’umiltà appassionata e liberante che ci permette di negare noi stessi per affermare chi vogliamo essere in verità e semplicità: uomini e donne che danno spazio all’altro che riconoscersi allo specchio della vita quali persone autentiche. Nella nostra esperienza di fede siamo chiamati gradualmente a divenire capaci di negare a noi stessi di essere il <principio> e il centro della nostra stessa vita per dare sempre più spazio alla presenza di Cristo nella nostra vita: il suo abitare dentro di noi e camminare con noi è capace di conferire alla nostra esistenza le luci più belle e il senso più profondo. L’apostolo ci annuncia una grande gioia: <Se rimane in voi quel che avete udito fin da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna> (2, 25).