Al contrario
XXXI settimana T.O. –
Il breve testo del Vangelo suona come uno stupendo commento alle parole dell’apostolo Paolo che, nella lettera ai Romani, continua a nutrire e a rettificare sempre di più il nostro modo di concepire l’immagine di Dio e la nostra relazione con Lui. Il Signore Gesù davanti ad un tratto della vita quotidiana, come può essere l’invitare qualcuno alla propria mensa, ne fa un segno dei tempi nuovi che lui è venuto ad inaugurare con la sua presenza: <Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti> (Lc 14, 13). E non si tratta solo dei poveri, ma persino dei ciechi che rischiano di gustare il banchetto senza sapere nemmeno chi ringraziare! In questa medesima linea risuona l’acclamazione dell’apostolo: <i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!> (Rm 11, 29). Questa parola riguarda il ruolo particolare – unico! – del popolo di Israele nel piano e nella rivelazione della salvezza. Eppure, i <doni> di Dio se sono irrevocabili, non sono mai “privatizzabili”. Con Gesù potremmo dire con forza anche in questo caso: <Al contrario>!
Infatti, l’apostolo insiste sul fatto che se a un certo punto sembra che i piani si siano rovesciati per quanto riguarda il rapporto tra Israele e le Genti da cui noi stessi proveniamo, il cuore di Dio rimane lo stesso, anzi si radicalizza ancora di più nella sua essenza: <Dio infatti ha rinchiuso tutti nelle disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!> (11, 32). A questo punto l’apostolo si lancia in un’entusiastica contemplazione dell’amore di Dio che si fa inno e acclamazione: <O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio!>. Pertanto non si ferma soltanto alla contemplazione amorosa, ma passa subito ad una presa di coscienza rigorosa: <Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!> (11, 33). Di questa insondabilità e inaccessibilità dei divini giudizi noi stessi siamo i primi beneficiari, perché a noi è stata usata misericordia.
Infatti, è stato per primo il Signore a mettere in pratica la parabola: <Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio> (Lc 14, 12). Forse talora facciamo fatica a comprendere i cammini della nostra vita e, ancor di più, fatichiamo a comprendere quelli di quanti ci vivono accanto i quali – spesso – ci disturbano e ci infastidiscono con la loro diversità, eppure tutto potrebbe cambiare – tutto deve cambiare! – se entriamo in una logica nuova di lettura e di comprensione del reale leggendo ogni tratto della nostra storia… e della storia come un tratto <misericordioso> (Rm 11, 32) della penna che è l’amore di Dio e la sua volontà di salvezza per tutti e per ciascuno. Grazie a Dio, l’Altissimo non si regola secondo le nostre logiche, ma rimane fedele alla sua <sapienza> e alla sua <conoscenza> (11, 33). Grazie a Dio: <chi mai è stato suo consigliere?> (11, 34). Grazie a Dio: <chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?> (11, 35). Grazie a Dio, il nostro Dio – spesso e volentieri – è al contrario di noi!
Grazie!