Attendere… la misericordia
23 Dicembre T.A. –
Nel gioioso parto di Elisabetta tutti colgono una manifestazione della <grande misericordia> (Lc 1, 58) di Dio non solo per questa piccola famiglia delle montagne, ma per tutti coloro che la invocano e la sperano. Nondimeno l’esperienza di una così grande misericordia non fa che rendere il cuore di Zaccaria ed Elisabetta ancora più attenti e generosi nell’accogliere questo figlio non per se stessi, ma come segno di una grazia che va oltre se stessi e che, in certo modo, se radica nella loro famiglia è chiamato a fiorire e fruttificare altrove. L’azione dello Spirito Santo aiuta ad Elisabetta e Zaccaria non solo a vivere la loro insperata maternità e paternità, ma a crescere interiormente in libertà proprio attraverso questa esperienza che ricevono con la giusta consapevolezza che esige una profonda gratitudine. Per questo Elisabetta non riduce il bambino che ha avuto la gioia di partorire per la sua semplice consolazione, ma si lascia interiormente conquistare dalla promessa di novità che questa nascita – forse come ogni nascita – comporta.
Così pure il mutismo di Zaccaria <si sciolse> (1, 64) in una grande benedizione che nasce da una profonda comunione tra i due genitori che in questo figlio riconoscono un invito ad aprirsi alla novità e non la semplice conferma di se stessi. Solo Elisabetta e Zaccaria conoscono profondamente e veramente il mistero di questo bambino che viene loro affidato come figlio per questo lo accolgono non semplicemente come una consolazione della loro vecchiaia, ma <come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai> e se non bastasse c’è una ulteriore specificazione che tocca direttamente il padre Zaccaria di discendenza levitica: <Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia> (Mal 3, 2-3). Giovanni purifica suo padre e si presenta sulla scena della storia come una primizia di quella giustizia che la sua predicazione compirà aprendo la strada alla forza del Vangelo.
Così oggi si compie la parola di Malachia: <Convertirà il cuore dei padri verso i figli> (3, 24). L’accordo inatteso tra il padre e la madre, se stupisce i parenti, conferma quanto la fedeltà di Dio sia il cuore della vita di questa coppia benedetta dopo lunghe e “sospirate” attese. In questo docile e così dolce piegarsi del padre verso il mistero del figlio acconsentendo alla volontà espressa dalla madre, si possono decifrare le lettere di un nuovo alfabeto che sta nascendo nelle ombre dell’umanità apertasi ormai alle prime luci del <giorno della sua venuta> (3, 2). Ciò che le Scritture dicono del Battista è il dono di misericordia e di tenerezza che il Verbo fatto carne vuole donare come esperienza a ciascuno di noi: <E davvero la mano del Signore era con lui> (Lc 1, 66).
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