Bevi Cristo
III Domenica T.O. –
Contrariamente a quanto si pensa o si sente dire la fede cristiana non è una “religione del Libro”, ma della Parola attraverso cui incontriamo una Persona – il Signore Gesù – nel cui mistero possiamo incontrare noi stessi e tutti gli altri. Ecco perché il momento più solenne del Vangelo non è quello in cui il Cristo si <alzò a leggere> (Lc 4, 16) secondo l’uso della sinagoga, ma quello in cui <Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette…> (4, 20). L’evangelista Luca ci fa sentire tutto l’imbarazzo e l’attesa in coloro che si ritrovano davanti il Gesù di sempre che pure sembra non essere più lo stesso già nel suo modo di incedere, nel suo modo di declamare la Parola di Dio racchiusa nelle Scritture poiché già il tono della sua voce ne fa percepire il frutto di un lungo lavoro non solo di approfondimento, ma di degustazione interiore che ha rintracciato l’essenza del suo messaggio e le vene aurifere più segrete e più essenziali: <Oggi si è compiuta questa Scritture che voi avete ascoltato> (4, 21.
Ambrogio di Milano si lascia andare all’esultazione: <Dissétati prima all’Antico Testamento, per poter bere quindi dal Nuovo. Se non berrai al primo, non potrai bere al secondo. Bevi al primo per alleviare la tua sete, bevi al secondo per dissetarti appieno. Bevi l’uno e l’altro calice, quello dell’Antico e quello del Nuovo Testamento, perché in ambedue bevi Cristo>1. Per seguire il pensiero di Ambrogio sulla necessaria compresenza delle Scritture ebraiche e cristiane, potremmo osare dire che la cosa importante è bere il mistero di Cristo sapendolo ritrovare, riconoscere e accogliere in qualsivoglia pagina della nostra umanità e della nostra storia. Luca esordisce dicendo che <molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti…> (Lc 1, 1). Ogni volta che noi riprendiamo tra le mani le Scritture cerchiamo di recuperare l’ordine degli eventi per ritrovare il filo d’oro di quella segreta ed efficace presenza di Cristo che attraversa e indora ogni umano percorso.
Il primo segno del realizzarsi delle promesse nel concreto delle nostre vite è riconoscerci e sentirci come <corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra> (1Cor 12, 27). Questo segno sarà ancora più visibile e riconoscibile se saremo sempre più capaci di condividere quell’annuncio di liberazione e di gioia che abbiamo ricevuto. Risuona anche per noi il monito di Neemia di gioire e di far gioire: <Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato> (Nee 8, 10). Il Signore Gesù cita le Scritture, ma pure le interpreta tanto da riprendere il testo di Isaia omettendo l’ultimo versetto ove si parla di <vendetta del Signore> (Is 61, 2).
1. AMBROGIO DI MILANO, Commento sui salmi, 1, 33.
Lo Spirito del Signore è sopra di me…
Gesù ci porta la buona novella, il vangelo,
interpreta le Scritture e le porta a compimento in quell'”oggi” che è la sua vita,
ma anche la vita di tutti noi che” beviamo il mistero di Cristo”