Rivoluzione
V settimana T.O. –
Quella apportata dal Signore Gesù è una vera e propria rivoluzione capace di creare le condizioni per una vera e continua ricreazione: <Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?> (Mc 7, 18-19). Con queste parole, dapprima rivolte alla folla e infine ribadite ancora in modo più preciso ai discepoli <in una casa lontano dalla folla> (7, 17), non solo il Signore Gesù <rendeva puri tutti gli alimenti> (7, 19), ma richiamava l’attenzione sulla necessità di rendere puri tutti gli atteggiamenti e le intenzioni più segrete e profonde. Leggere questo testo così importante e così liberante che lo stesso Simon Pietro dimostrerà di far fatica a capire fino in fono persino dopo la Pasqua visto il suo turbamento davanti alla richiesta del centurione Cornelio di entrare nella sua casa, preceduto dal secondo racconto della creazione diventa ancora più interessante tanto da risultare quasi intrigante.
Infatti dopo avere creato l’uomo e avergli donato al compagnia delle creature, come dono ulteriore e garanzia di ogni possibile dono <Dio diede questo comando all’uomo: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire”> (Gn 2, 16-17). Il comando che Dio dà all’uomo rappresenta la creazione e il dono più grande che all’uomo possa essere fatto: il dono della libertà che è impossibile da sperimentare e da vivere se non c’è nulla da scegliere e non ci si trova mai di fronte alla necessità di scegliere se rimanere o meno fedeli ad una relazione attraverso la fedeltà ad un’alleanza.
La prima parola di Dio all’uomo è rassicurativa: <tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino>, ma vi è un albero che rappresenta la memoria che non tutto è mangiabile e che vi è anche qualcosa che nella vita bisogna saper guardare senza cedere alla tentazione di impossessarsene. L’invito sembra essere quello di andare oltre il livello del bisogno per accedere a quello del desiderio che non è necessariamente appagamento, ma può essere esercitato nella capacità così umanizzante della contemplazione che comporta l’atto di libertà di non mangiare pur potendolo. La parola del Signore Gesù ci porta lontano eppure nella medesima direzione del comandamento di che il Signore Dio dà all’uomo per garantire e far crescere la relazione di fiducia. Tutti gli alimenti sono puri, ciò che è in gioco non è la paura che qualcosa dall’esterno possa contaminare la nostra capacità di umanizzare, ma che dall’interno nascano le intenzioni e i pensieri cattivi che sono il frutto dell’incapacità a simbolizzare, ossia a non essere più in grado di andare oltre il commestibile per accedere alla relazione che non consuma, ma fa esistere e crescere la relazione con l’altro.
…e pero’…la prima possibilità di scelta offerta all’umanità è stata di ” rompere la relazione di fiducia con Dio.”..che tristezza doveva essere per nostro Creatore !…ma Lui, nel suo immenso Amore, continua sempre e sempre ad offrici il dono della libertà …Come mai e perchè , noi, le sue creature, non scegliamo l’Alleanza con LUI …?