Veloce

XXXII settimana T.O.  –

Il Signore risponde alla provocazione degli scribi e dei farisei con una nota che ha persino qualcosa di comico: <Vi diranno: “Eccolo là”, oppure “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno> (Lc 17, 23-24). Come i farisei all’epoca di Gesù e i profeti di ventura e sventura di tutti i tempi, anche noi siamo tentati di programmare in giorni, più o meno vicini o più o meno lontani, la manifestazione del regno di Dio. Ma nulla e nessuno possono tenere sotto controllo l’irrompere della presenza di Dio nel nostro quotidiano tanto da renderlo un anticipo reale di ciò che attendiamo e speriamo. Per sostenere e rettificare ogni nostra attesa, il Signore Gesù non ci tiene nell’ignoranza, né consegna il nostro cuore ad un’inutile sospensione: <Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!> (17, 21). A questo punto potremmo riprendere, versetto per versetto, la prima lettura e pregare come una litania, applicando le qualità della Sapienza di Dio – al suo rivelarsi in Cristo Signore – come piena manifestazione del suo essere presente non solo in mezzo a noi, ma prima di tutto e soprattutto, dentro di noi.

Forse la prima di queste qualità potrebbe essere questa: <La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa> (Sap 7, 24). Per questo motivo non è assolutamente possibile controllarne o dirigerne il movimento. Al contrario, l’unico modo è di lasciarsi prendere dal suo flusso di vita, tanto da entrare completamente nel movimento di quella grazia che <E’ effluvio della potenza di Dio ed emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa> (7, 25). Quello che la Sapienza indica come <effluvio> per noi ha un volto e un nome: Gesù! La sua presenza non è qualcosa che possiamo inseguire o dirigere a nostro piacimento, ma solo accogliere con gratitudine e umiltà poiché veramente è <più radiosa del sole e supera ogni costellazione>, come pure <paragonata alla luce risulta più luminosa> (7, 29).

Non ci sarebbe nulla di più ridicolo che andare a caccia di stelle come i bambini, con le loro reti, vanno gioiosamente a caccia di farfalle. Davanti al cielo trapuntato di stelle l’unico atteggiamento serio e degno è quello della contemplazione, dell’ammirazione, dell’accoglienza. Così per il mistero del regno di Dio la domanda giusta non è <Quando verrà…?> (Lc 17, 20). La questione è di mettersi nella condizione di accogliere il “come” – concreto e quotidiano – con cui il Regno di Dio si invera nella nostra vita e nella nostra storia: <Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione> (17, 25). È qui che si fa la differenza: nella capacità di accogliere il dono del regno di Dio nella forma in cui il Signore Gesù ce lo ha annunciato e lo ha reso presente alla nostra vita nella sua persona. Sì, è la croce che <governa a meraviglia l’universo> (Sap 8, 1) e <passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti> (7, 27).

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