Guarite
XXIV settimana T.O. –
Dopo aver ascoltato il testo della peccatrice che entra nella casa di Simone e rivela al fariseo i limiti della sua giustizia alla luce radiosa della misericordia che è capace di guarire e dare profondità alla vita, il piccolo riassunto su quella che potremmo definire la “compagnia di Gesù” rischia di farci soffermare solo su quelle donne <che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità> (Lc 8, 2). In realtà, prima di parlare delle donne che <servivano> Gesù <con i loro beni> (8, 3) si evoca la presenza dei <Dodici> (8, 1) che, a loro volta, vivono accanto al Signore un cammino di guarigione e di illuminazione interiore. Nella prima lettura, l’apostolo Paolo continuando la sua catechesi al suo discepolo e collaboratore Timoteo e mette in chiaro quali siano le malattie non solo comuni ma anche specifiche di coloro che sono chiamati ad un ministero nella e per la comunità: <accecato dall’orgoglio… maniaco di questioni oziose e discussioni inutili> da cui nascono quasi in modo terribilmente naturale: <le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti…> (1Tn 6, 4-5).
Per comprende a quale cammino il Signore abbia chiamato e continui a chiamare tutti coloro che condividono la sua vita e il suo ministero di annuncio della salvezza, le parola che Paolo rivolge in modo appassionata a Timoteo possono rappresentare una sorta di mappa di orientamento per ricominciare, ogni giorno, a camminare nelle vie di Dio: <Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza> (1Tm 6, 11). Paolo non fa mistero del rischio di cadere nell’<avidità del denaro> (6, 10). Nel Vangelo vediamo che queste donne che seguono il Signore hanno trasformato radicalmente l’avidità in generosa condivisione che le ha guarite radicalmente dal bisogno di farsi valere sugli altri, dando loro la gioia e la pace di sentirsi in cammino con gli altri – e prima di tutto con Gesù – in una parità che sa portare tutte le differenze di genere, di vocazione, di storia.
Questi tre versetti di Vangelo non solo ci parlano di guarigione, ma ci mostrano la via della guarigione. Essa è possibile perché il Signore Gesù ci accoglie alla sua sequela senza alcuna distinzione e ancora perché la sequela ci guarisca dalla paura delle nostre diversità che alla fine si rivelano essere delle “unicità”. La presenza di un gruppo di donne accanto a Gesù e assieme agli apostoli è una memoria fondante e fondamentale per la coscienza della Chiesa perché possa rimanere dinamicamente fedele alle intuizioni del suo Signore. Potremmo dire che l’esortazione di Paolo a Timoteo che viene invitato energicamente ad essere e a comportarsi quale <uomo di Dio> (1Tm 6, 11) esige di comportarsi proprio come le donne che seguono e assistono Gesù e i suoi apostoli. Esse sono a servizio della comunità e con il loro modo di servire danno un tono al vivere insieme rendendolo capace di testimoniare fattivamente e concretamente non solo la bellezza, ma pure l’efficacia dell’annuncio.
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