Sarai beato
XXXI settimana T.O. –
Le due letture di quest’oggi sembrano incrociarsi per formare una sorta di bouquet capace di rallegrare il cuore e dare una direzione alla vita di ogni giorno. Infatti, se il Signore Gesù ci regala una parola di grande speranza: <e sarai beato perché non hanno da ricambiarti> (Lc 14, 14), l’apostolo Paolo ci svela il segreto di questa felicità nel fatto di assomigliare a Dio stesso. L’apostolo ci ricorda che <Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!> (Rm 11, 32). Il banchetto di cui si parla nel Vangelo non si limita così ad una questione di etichetta o di buona creanza, ma diventa il simbolo stesso del modo in cui Dio intrattiene una relazione di benevolenza con ciascuno dei suoi figli. Tutto ciò fa esultare Paolo: <O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie> (11, 33). L’esultazione dell’apostolo diventa, nella parola del Signore Gesù. un’indicazione assai concreta che ci rende capaci di trovare tutta la nostra felicità nel voler essere come il Padre dei cieli, simili al Padre di tutti: <Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non t’invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio> (Lc 14, 12).
L’orizzonte in cui il Signore Gesù ci chiede di contestualizzare i nostri gesti e le nostre parole è quello della concretezza e della contingenza del tempo presente, ma con un’apertura sull’eternità capace di dare al nostro cuore ampiezza e profondità: <Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti> (14, 14).





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