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XII Settimana T.O. –

Le parole del Signore Gesù potranno sembrare un po’ eccessive, eppure sono parole che liberano il cuore da ogni forma di illusione come pure da ogni inutile argomentazione che non tocchi la concretezza e la verità della vita: <Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco> (Mt 7, 19). È uno spettacolo che tutti ci ha affascinato almeno una volta quando eravamo bambini: guardare qualcosa bruciare ci permette di cogliere la cosa in una luce diversa e ci riporta alla sua essenzialità. È ciò che avviene per Abram mentre il Signore cerca di placare la sua angoscia e la sua ansia: <Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi> (Gen 15, 17). Abram fa fatica a cogliere in nesso necessario e imprescindibile tra la promessa di una discendenza e il distacco dal suo modo di pensare e di concepire il suo avverarsi concreto nella sua vita.

Ancora una volta Abram viene condotto <fuori> (15, 5) per guardare in <cielo> al fine di poter rientrare in se stesso e soppesare autenticamente il suo desiderio di un figlio al cospetto delle <stelle> accettando così di contestualizzare e relativizzare in senso buono il suo desiderio senza rinunciarvi ma sapendosi aprire a modi diversi di realizzarlo. Quando il Signore Gesù esorta i suoi discepoli: <Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecora, ma dentro sono lupi rapaci!> parla anche di noi stessi quando non riusciamo a smascherare le inevitabili incrostazioni egoistiche del nostro desiderio. Abram viene condotto <fuori> e il Signore ci chiede di non accontentarci mai delle apparenze non solo quelle degli altri, ma, prima di tutto, quelle che riguardano in prima persona.

Il misterioso sonno che vince le resistenze di Abram è lo stesso <tardemah> cui si lascia andare Adamo nel momento della creazione di Eva tratta dal suo cuore. È come se l’Altissimo avesse bisogno di addormentarci per poterci operare come fa un bravo chirurgo e aprire nuove speranze per una vita che rischia di attardarsi su se stessa.

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