Convertire… convertiti
I settimana TQ –
Mentre il nostro itinerario quaresimale, procede, la parola di Dio sembra essere di particolare incoraggiamento rivelandoci una profonda fiducia da parte di Dio per il nostro cammino: <Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece> (Gio 3, 10). Nella logica del libretto di Giona, infatti, non è chiaro chi abbia dovuto convertirsi di più: se il popolo di Ninive o il cuore di Giona chiamata ad essere profeta di conversione suo malgrado e ben aldilà della sua comprensione del mistero di Dio e del mistero dell’umanità. In realtà sembra proprio che sia Giona ad avere bisogno di aprire il suo cuore ad un modo diverso di guardare e di valutare gli altri diventando così – solo così! – un <segno> (Lc 11, 29) posto al cuore della storia.
Il segno di Giona che il Signore Gesù evoca e invoca per giustificare la sua pretesa messianica, sta a dire come e quanto si possa e si debba sperare nel fatto che gli altri possano, comunque e sempre, migliorare. L’esperienza di Giona ricorda come i nostri fratelli e sorelle in umanità, possano essere convertiti nella misura in cui accettiamo, generosamente, di entrare in relazione profonda con la loro vita, prima ancora che la loro vita cambi secondo le nostre prospettive e i nostri auspici. Accanto a Giona, il Signore Gesù colloca un’altra figura: la <regina del Sud> (11, 31). Questa donna avvolta nel mistero e quasi nel sogno, viene dal suo paese ad imparare la sapienza da Salomone. Anche in questo caso, siamo posti di fronte a una capacità di uscire da sé per andare incontro all’altro fino a mettersi umilmente in ascolto. Sono proprio queste le caratteristiche che sembrano mancare, attorno al Signore Gesù, e… ancora oggi!
La rivelazione cui siamo chiamati ad aprirci è quella di un Dio che non si scoraggia mai nello sperare la nostra conversione, tanto da diventare, in tal modo, persino – a nostro modo di vedere – ingiusto. La Parola di Dio ci chiede un passo generoso e deciso per porre come fondamentale, nella nostra vita, non il cammino di conversione di cui potremmo o vorremmo essere facilitatori, ma di quello che, invece, ci riguarda in prima persona e che non può essere in alcun modo né rimandato né, tantomeno, demandato. La <regina del sud> diventa così la stella polare dell’evangelizzazione della nostra vita di singoli discepoli e di Chiesa nel suo insieme. Si tratta di mettersi in viaggio verso la terra dell’altro per cogliervi, prima di tutto, le ricchezza nascoste nel mistero della sua vita e farlo con una capacità ammirativa senza la quale nessun incontro reale sarebbe possibile. Il profeta Giona, sta di fronte a noi come un perenne ammonimento, capace di farci evitare di fuggire dalla parte opposta della direzione verso cui la vita ci spinge con la sua corrente e con il suo flusso. Possiamo chiedere l’intercessione di queste due figure, non solo per metterci in cammino, ma per viaggiare nella direzione giusta… quella che ci porta verso le terre degli altri in cui rischiamo di trovare ben più di quanto noi stessi riusciamo ad immaginare. Il Signore Gesù non ci risparmi: <Nel giorno del giudizio> (Lc 1, 31-32) sono loro – gli altri come la regina del sud e gli abitanti di Ninive – ad esprimersi su di noi, e non il contrario.
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