Traguardo
XXIX settimana T.O. –
Le parole dell’apostolo suonano dure: <Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Il loro traguardo infatti è la morte> (Rm 6, 21). Continuando la sua catechesi sul mistero della grazia che opera nel cuore dei credenti, Paolo si avvicina sempre di più a scandagliare, per così dire, ciò che avviene nel cuore di ogni discepolo in cui il seme della grazia operante attraverso la fede non solo cresce, ma trasforma profondamente il cuore, formando l’uomo nuovo che si esprime attraverso i frutti di una giustizia non semplicemente come obbedienza alle prescrizioni della Legge, ma come trasformazione interiore attraverso la Legge: <Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto della vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna> (6, 22). Ogni traguardo si staglia davanti a coloro che camminano e talora corrono per raggiungerlo e, perciò stesso, esso non si identifica mai con ciò che possediamo, ma sempre con ciò che speriamo e desideriamo. L’anelare a raggiungere un traguardo dà alla vita dinamismo e finalità.
Perché questa corsa nel desiderio possa continuare a raggiungere la sua meta, il Signore Gesù si fa complice del meglio di noi stessi tanto da esclamare: <Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!> (Lc 12, 49). Il fuoco non solo illumina e scalda, ma soprattutto il fuoco è capace di trasformare. Il seguito delle parole del Signore Gesù può anche inquietare: <Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione> (12, 51). La <divisione> che sembra essere conseguenza naturale della scelta per Cristo è simile al <fuoco> e rimanda al necessario e desiderabile <battesimo> (12, 50) senza il quale sarebbe impossibile essere veramente <liberati dal peccato e fatti servi di Dio> (Rm 6, 22). Il fuoco che il Signore accende nei nostri cuori è il dono del suo Spirito Santo che, pienamente donato nel suo mistero pasquale, immette la nostra vita nello stesso dinamismo che permette l’esodo quotidiano da noi stessi per aprirci all’opera di Dio in noi e attraverso di noi. Il fuoco è <l’amore, il desiderio, il fervore e il conflitto che lacera il cuore davanti alle esigenze della Parola>1.
Camminare verso il <traguardo> di un’autentica discepolanza esige il passaggio attraverso il conflitto con tutto ciò che abitualmente fa parte della nostra vita per riposizionare e ricomprenderne ogni aspetto e ogni dettaglio alla luce del Vangelo. La <divisione> (Lc 12, 51) di cui ci parla il Signore Gesù è il segno di un cammino di discernimento e di scelta che non sono mai indolore e non lasciano il mondo cui siamo abituati uguale a se stesso. Non si può scegliere senza rinunciare, non si può pensare di seguire senza lasciare! Quando il Signore Gesù riconosce di essere <angosciato>, assume su di sé tutta la nostra fatica ad essere fedeli al nostro desiderio e ci accompagna, amabilmente, nel lungo e non facile cammino di discernimento e di coronamento non solo di ciò che ci sta a cuore, ma di ciò che fa veramente bene al cuore.
1. J.-L. CHRETIEN, L’intelligence du feu, Bayard, Paris 2003, p. 135.
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