E’ Lui!
XVII settimana T.O. –
La parola che il Signore rivolge al profeta Geremia in un momento che si potrebbe a ragione qualificare come depressivo ci aiuta ad entrare nella sfida che ci offre il Vangelo: <se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca> (Gr 15, 19). Il Vangelo ci parla non più di seme, più o meno accolto dal terreno, e neppure di quel seme pericoloso che è la <zizzania>. Ireneo di Lione commenta così: <Infatti è lui “il tesoro nascosto nel campo” cioè nel mondo (Mt 13, 38). Tesoro nascosto nelle Scritture, perché veniva manifestato attraverso figure e parabole che, umanamente parlando, non potevano essere intese prima che le profezie fossero compiute, cioè prima della venuta del Signore. Perciò è stato detto al profeta Daniele: “Chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine” (Dn 12, 4). Anche Geremia dice: “Alla fine dei giorni comprenderete tutto!” (Ger 22, 20). Letta dai cristiani, la legge è un tesoro, un tempo nascosto in un campo, ma rivelato e spiegato dalla croce di Cristo; essa manifesta la sapienza di Dio, rivela i suoi disegni di salvezza per l’uomo, prefigura il Regno di Cristo, preannuncia la Buona Novella dell’eredità della Gerusalemme santa>1.
Nel caso del tesoro è facile passarci sopra senza accorgersene fino a che si mette a fuoco che c’è già una possibilità che rischia di sfuggire alla nostra attenzione. Nel caso della perla vi è l’occhio clinico del collezionista che sa riconoscere, comparare e che pure porta nel cuore un desiderio che sembra aguzzare la vista. In ambedue i casi – fortuito o studiato – la cosa necessaria è di mettersi in movimento per acquisire il tesoro o la perla perché faccia parte integrante della nostra vita. L’imperativo è il medesimo in ambedue i casi: <poi va> (Mt 13, 44) e ancora <va, vende> (13, 45). L’evangelista Matteo non chiarisce se queste due parabole sono offerte solo ai discepoli oppure a tutta la folla, ma tutto fa pensare che si sia ancora <in casa>. Se fosse così, allora queste parabole riguarderebbero in modo più specifico il discepolo chiamato a rendersi conto della preziosità del regno dei cieli e del fatto che il suo ingresso nella storia e nella vita, se è una sorpresa, nondimeno richiede che si sappia stimarne il valore e saper investire totalmente su di esso concentrando nella sua ricerca tutte le proprie migliori energie.
La caccia al <tesoro> ricomincia ogni mattina e, per riprendere le parole e l’esortazione del profeta Geremia, il grande compito è quello di saper distinguere ciò che è <prezioso> da ciò che, invece, è <vile>. Tutto ciò è come una perla di grande valore la cui preziosità è già sotto i nostri occhi e aspetta di essere riconosciuta, aspetta di essere desiderata, di essere cercata, di essere amata… ed è Lui, il Signore dentro di noi!
1. IRENEO DI LIONE, Contro le eresie, IV, 26.