Manifestazione

IX settimana T.O.

La conclusione della lettura annuale del Vangelo secondo Marco viene preparata da una parola dell’apostolo che ci rimanda alla conclusione della sua stessa vita divenuta ormai una vera e propria <offerta> (2Tm 4, 6). Così si conclude la prima lettura di quest’oggi: <Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione> (4, 8). Eppure la manifestazione del Signore sembra passare attraverso la nostra capacità e volontà di diventare con tutta la nostra vita una vera manifestazione di ciò che il <Vangelo> (4, 5) ha seminato nei nostri cuori diventando in noi seme di vita nuova. Paolo sembra finalmente pacificato proprio perché finalmente si sente riconciliato con il suo <ministero> che diventa quello del suo discepolo. Dopo una vita fatta di combattimento e vissuta come una perenne <corsa> (4, 7) non raramente ad ostacoli, finalmente sembra che Paolo abbiamo compreso che la cosa più importante non sia quella di parlare di Gesù, ma di essere interamente e completamente conformato a lui nel suo mistero pasquale.

A conferma di tutto ciò, il Vangelo secondo Marco ci lascia su questa immagine non solo suggestiva e commovente, ma pure eversiva che viene fatta notare con dovizia di particolari da Gesù ai suoi discepoli: <In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri> (Mc 12, 43). Per evitare ogni malinteso, il Signore Gesù non solo porta questa vedova all’attenzione attenta dei suoi discepoli, ma si sente obbligato a spiegare ulteriormente: <Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere> (12, 44). Così questa donna che rimarrà per sempre un’icona del discepolo e un simbolo dell’offerta pasquale di Cristo stesso: una vera manifestazione senza nessuna automanifestazione.

Ci congediamo dalla lettura del vangelo di Marco portando nel cuore l’immagine di questa vedova la cui grandezza sta nella sua <miseria> che non le ha impedito di dare tutto. Questa donna ci aiuta a capire senza scandalizzarci quello che sta per avvenire allo stesso Signore Gesù nell’imminente mistero pasquale in cui il Messia di cui si parlava ieri sarà così umiliato da poter essere vera <manifestazione> (2Tm 4, 1) del Regno che ci è promesso. La sua realizzazione dipende anche da noi: dalla nostra capacità di dare <tutto> dopo avere accolto di attraverso la <miseria> della perdita di tutto ciò che se ci dà sicurezza rischia nondimeno di farci perdere in libertà.

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