Insieme
XIX settimana T.O. –
Il Vangelo si apre con una nota che non va sottovalutata: <mentre si trovavano insieme in Galilea> (Mt 17, 22). Le cose importanti avvengono quando si sta insieme e sono da accogliere e da riflettere insieme nella speranza risoluta di poter prendere in modo condiviso delle decisioni come pure di onorarle nel concreto della vita. L’annuncio della passione è qualcosa di importante che esige la presenza di tutti come quando si fa un annuncio importante in una famiglia. Ed è questa comunione che permette poi di accogliere insieme la sfida di quanti <riscuotevano la tassa per il tempio> (17, 24). Il Signore Gesù non reagisce alla richiesta circa la tassa da pagare da solo, ma fa appello a Simon Pietro con cui sembra voler condividere il rischio di una risposta che è, volutamente, condivisa: <Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?> (17, 25).
Un lungo cammino è necessario per sentire e portare le conseguenze di ciò che viene ricordato dal Deuteronomio: <Ecco, al Signore, tuo Dio, appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene> (Dt 10, 14). Questo senso della maestà e della magnificenza di Dio dovrebbe renderci capaci di relativizzare radicalmente tutti i nostri “mercatini religiosi” sia interiori che esteriori. Nel Deuteronomio viene continuamente insistita l’esortazione a ritrovare e ritornare all’essenziale: <Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra cervice> (10, 16). A questa parola sembra fare eco quella del Signore Gesù: <Ma per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce viene su…> (Mt 17, 27). Sembra proprio che il Signore Gesù ci rammenti la necessità di non complicare la vita agli altri mettendo in crisi inutilmente le loro credenze da cui traggono le loro sicurezze.
Nondimeno, il Signore Gesù pur pagando la tassa per il tempio non tace la verità che va ricordata persino alle orecchie di quanti amministrano le cose di Dio: <Quindi i figli sono liberi> (17, 26). Proprio perché questa libertà sia un’esperienza condivisa da tutti e quasi rischiata continuamente insieme: <Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini> (17, 22). È come se gli esattori del tempio comparissero dal nulla e, invece, sono là a ricordare al Signore e ai suoi discepoli che la <tassa> (17, 24) da pagare non sarà altro che la sua stessa vita donata come offerta testimoniale di quanto ogni uomo e donna siano chiamati a libertà. Il dono della libertà non può mai essere un privilegio, ma è sempre un dono da condividere tanto che il Deuteronomio ammonisce severamente: <Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto> (Dt 10, 19). Immenso dono quello della libertà, che ogni giorno va riconquistato e vissuto in piena armonia con tutti coloro che condividono il nostro cammino sulla terra e che esige una bella complicità con la natura: <vi troverai una moneta d’argento>!