Il tuo nome è Luce, alleluia!

IV settimana di Pasqua

La parola del Signore Gesù non lascia dubbi: <non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo> (Gv 12, 47). Questa parola, certo, riguarda il Signore Gesù, ma riguarda anche tutti coloro che vogliono essere suoi discepoli e testimoni per <annunciare la parola di Dio> (At 13, 4). Se il Signore è per noi <luce>, allora è alla sua luce che bisogna leggere gli eventi senza cadere nella trappola di essere accecati da se stessi tanto da <condannare> tutto ciò che ci turba e ci disturba. Una parola pronunciata più di mezzo secolo fa da papa Giovanni XXIII conserva tutta la sua attualità soprattutto come schema per un esame di coscienza personale per tutto ciò che in noi grida allo scandalo e rischia di condannare senza essere capaci di comprendere e di leggere alla luce del Vangelo, sotto il lume della misericordia e dell’amore con cui dovremmo imparare ogni giorno a relativizzare noi stessi.

Così diceva profeticamente Giovanni XXIII inaugurando il Concilio Vaticano II: <Spesso ci vengono riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia che è maestra di vita. A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo. Nello stato presente degli eventi umani, nel quale l’umanità sembra entrare in un nuovo ordine di cose, sono piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina Provvidenza, che si realizzano in tempi successivi attraverso l’opera degli uomini, e spesso al di là delle loro aspettative, e con sapienza dispongono tutto, anche le avverse vicende umane, per il bene della chiesa>.

Per il bene della Chiesa e per il bene dell’umanità per la quale la comunità dei credenti è chiamata ad essere luce di speranza, lo Spirito non smette di suscitare nuovi cammini e inediti percorsi attraverso cui la salvezza si realizza come dono per tutti: <Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati> (At 13, 2). Questa parola dello Spirito è continuamente rivolta alla Chiesa ed è sempre sussurrata al cuore di ogni discepolo quasi per accendere sempre una nuova luce sotto cui poter decifrare i segni dei tempi e riprendere il cammino con l’entusiasmo di sempre, ma con una generosità ancora più grande e aperta a nuovi venti e a nuove speranze. Questo perché se <la parola di Dio cresceva e s diffondeva> (12, 24) al tempo degli apostoli, ancora cresce dentro di noi e si diffonde attorno a noi per virtù dello Spirito che ne guida e ne accompagna i passi nella storia.

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